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Come esportare il vino all’estero: tutto ciò che serve sapere

Il mondo intero è cambiato in maniera particolarmente profonda con l’avvento del processo di digitalizzazione. Questo, ha senz’altro, condotto ad un ampliamento notevole delle possibilità delle persone in ambito lavorativo. I device di uso comune, del resto, hanno praticamente azzerato le distanze in ambito virtuale, spingendo diversi professionisti a trovare dei modi utili a diminuirle anche dal punto di vista materiale, quantomeno, per il trasporto di beni, non soltanto in un contesto territoriale, ma anche esportando merce come il vino italiano. Spedire vini, però, non è semplice. Scopriamo, dunque come fare per esportarli nelle prossime righe.

Esportazione di vini, a cosa fare attenzione

Oltre a svariati aspetti burocratici da adempiere e allo sviluppo dei canali di vendita per entrare nei mercati esteri, l’esportazione dei vini necessita anche di un’attenzione supplementare per la conservazione del prodotto. Poiché il vino deve essere spedito in luoghi lontani è fondamentale creare un packaging che lo isoli il più possibile per evitare, o comunque limitare, gli sbalzi di temperatura e di umidità. Gli scatoloni robusti rappresentano la scelta migliore in tal senso e al riguardo suggeriamo di rivolgersi ad aziende specializzate, come lo è Imballaggi-2000.com per le scatole in cartone su misura, in modo da preparare al meglio gli imballi destinati all’esportazione.

Il processo di internazionalizzazione affrontato dal settore vinicolo nostrano, del resto, è stato la riprova del prestigio del prodotto proveniente dal nostro territorio. Si parla di un paradigma lavorativo in costante crescita che ha riportato l’enogastronomia italiana in vetta nel panorama economico del nostro paese e non solo. Il vino italiano è apprezzato in ogni angolo del mondo, diventando un mezzo globalizzante particolarmente efficace. Con una domanda internazionale in costante crescita i produttori di vino hanno dovuto attrezzarsi nel trovare una soluzione adeguata per spedire la merce oltreoceano senza scompensare la bevanda e rispettando le norme di riferimento relative all’esportazione di vini.

Come già precedentemente accennato, infatti, per esportare vino all’estero è necessario ottenere delle certificazioni ben definite, oltre a sostenere le spese doganali che vengono calcolate in rapporto al totale della merce in uscita. È bene sapere che l’esportazione di vino sia esente dall’applicazione dell’IVA, mentre in caso di accise è prevista la restituzione d’imposta.

I documenti necessari per esportare vino dall’Italia

Abbiamo già detto che i documenti necessari per poter esportare vino all’estero siano diversi. Tra i più utili, al di là della partita IVA dell’impresa o dello store online che li commercializza, quindi, troviamo anche i dati di spedizione, il codice del Paese di spedizione e la dichiarazione doganale, all’interno della quale sono compresi caratteri come: la fattura export, i documenti della pratica di trasporto, le analisi di laboratorio, il contratto di vendita in copia e il certificato sanitario.

Entrando nel merito della questione tecnica, poi, facciamo le dovute distinzioni: in caso di merci dirette presso Paesi EFTA, ovvero che aderiscono all’Associazione Europea di Libero Scambio, la documentazione richiesta sarà siglata “EU1”, altrimenti “EX1”. Fanno parte dell’Associazione paesi come l’Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera. Per quanto riguarda l’ambito comunitario, invece, la spedizione di prodotti vinicoli è regolata dal sistema di monitoraggio della movimentazione dei prodotti in sospensione di accisa secondo il D.lgs. 58/2019 nell’ambito del progetto europeo EMCS.

Esportazione di prodotti vinicoli negli Stati Uniti

Per quanto riguarda il mercato americano, invece, prodotti e procedure sono normate secondo le regolazioni della Federal Alcohol Administration, sotto il controllo del Alcohol and Tobacco Tax and Trade Bureau. Per esportare in USA occorrono: fattura export, dichiarazione doganale, documenti di trasporto, packing list e certificato di origine del prodotto. La procedura di spedizione in Regno Unito è, invece, più snella.

Foto di Dan Cristian Pădureț su Unsplash

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