Lampade per la coltivazione indoor: guida alla scelta

Quando si decide di abbracciare il mondo della coltivazione di piante indoor, a meno che non si opti per l’acquisto di kit specifici, è necessario fare il punto della situazione sulla scelta delle lampade. Quali sono le migliori? Non esiste una risposta scritta sulla pietra. Ci sono, infatti, troppo fattori in gioco. Tra questi rientra, per esempio, il momento che sta attraversando la crescita della pianta. Nelle prossime righe, diamo spazio a un piccolo approfondimento con le specifiche su ciascuna tipologia.

Lampade NEON

Le lampade NEON sono alternative molto popolari da considerare quando ci si chiede come illuminare le coltivazioni indoor. Attenzione, però: non vanno sempre bene. Il loro utilizzo, infatti, è consigliato quando la pianta sta attraversando la fase germinale o vegetativa della sua crescita.

Il motivo per cui sono famose tra chi coltiva in ambienti interni riguarda la temperatura di colore, fredda e vicina al blu, due peculiarità che si prestano alla perfezione ai contesti indoor. Un altro aspetto da considerare riguarda il loro non emettere calore, aspetto per cui non si ha a che fare con il rischio di surriscaldare le piantine.

Per amor di precisione, facciamo presente la possibilità di utilizzarle anche nella fase di crescita. In questo caso, però, l’illuminazione deve arrivare soprattutto da altre fonti, ossia le lampade HPS per la fioritura (delle quali parleremo meglio in uno dei prossimi paragrafi).

Lampade a LED

La fama delle lampade a LED è universale. Quando le si chiama in causa, bisogna ricordare il loro essere adatte a chi muove i suoi primissimi passi nel mondo della coltivazione indoor. Amate per via del loro ottimo rapporto qualità/durata – prezzo e per i vantaggi dal punto di vista della sostenibilità, esattamente come le lampade al neon non producono calore. In virtù di questa caratteristica, sono considerate il non plus ultra per illuminare piante coltivate in spazi ridotti.

Un altro indiscusso pro che le riguarda è legato alla possibilità di scegliere un ampio spettro cromatico. Si può quindi seguire, nel corso del tempo, la pianta nel suo percorso di crescita, concretizzando un interessante risparmio energetico (qui un approfondimento https://it.wikipedia.org/wiki/Spettro_visibile).

Le lampade a LED sono particolarmente raccomandate nei casi in cui si ha a che fare con piante coltivate con tecnica idroponica.

Lampade HPS

Come promesso, parliamo delle lampade HPS, conosciute anche come “a vapori di sodio ad alta pressione”. Questa tipologia di lampade sono in grado di erogare uno spettro di luce cromaticamente molto ampio, compreso tra il bianco e il rosso. Per quel che concerne, invece, la temperatura di colore, ci si aggira attorno ai 2100° K.

Sono l’optimum nella fase di fioritura, soprattutto quando la coltivazione riguarda piante delle quali è necessario preservare gli aromi e gli oli essenziali.

Se la pianta prevede dei fiori, le lampade HPS sono la scelta giusta per favorire la loro crescita migliore.

Tutto questo ha un rovescio della medaglia. Quale di preciso? La produzione di calore. Ecco perché, nelle situazioni in cui l’ambiente è piccolo, è meglio evitarle. Lo stesso si può dire nelle circostanze in cui non c’è un livello di ventilazione sufficiente.

Questa soluzione di illuminazione ha una versione più potente, considerata tra le innovazioni del momento per chi coltiva indoor. Di cosa si tratta? Delle lampade HPS double ended, note per la capacità di garantire una forte intensità della luce.

Lampade a ioduri metallici

Concludiamo il nostro piccolo excursus con un focus sulle lampade a ioduri metallici, il cui utilizzo è consigliato nel corso della fase vegetativa. Nessuno vieta di impiegarle anche durante la fioritura, pur di affiancarle alle HPS. Un loro indubbio svantaggio riguarda la necessità di ricorrere a componenti aggiuntivi, come per esempio i bulbi e i riflettori. In virtù di questo aspetto, sono frequentemente snobbate dai neofiti.